
La taverna sul lago
Oggi il cielo dà ragione ai pregiudizi sul mese di marzo. Ma la rincorsa tra nuvole e sole non mi distrae più di tanto. C’è la Torre di Prata che sorge su un’altura; si tratta della torre dei Briganti, un luogo storico che qui, in riva al Lago di Casoli, è diventato – non a caso – punto di riferimento famigliare. La torre per tutti è diventata La torretta: è la cornice perfetta, l’antipasto gustoso come uno di quelli che servono qui a La Taverna sul lago.
Un ristorante aperto ogni giorno – salvo rare e debite eccezioni – da ben trentasei anni.
Esattamente, dall’ultima domenica di febbraio del 1979. Quel giorno Carmine Ranieri e sua moglie Giuseppina non lo dimenticheranno mai.
“Da giovane facevo il camionista mentre mia moglie lavorava in un calzaturificio nel suo paese di origine, a Palombaro.”
Carmine mi indica la casa accanto. Non è casuale, perché è li che nasce il primo ristorante, poi ricostruito a pochi metri di distanza e negli anni ampliato e ristrutturato.
“Nostro figlio Gabio aveva tre anni, nostra figlia Debora pochi mesi”.
La precisazione di Giuseppina, detta Chella, arriva puntuale, ma non mi sorprende. Lei è cuoca, moglie e madre: i suoi figli e la sua famiglia sono i protagonisti dei suoi ricordi. Di solito le ricette migliori si preparano in pochi minuti, ma ai coniugi Ranieri ne sono bastati anche meno per mettere insieme gli ingredienti giusti e costruire ciò che hanno oggi.
Eppure non deve essere stato facile: nel 1979 ci sono i bimbi piccoli, che impongono una rivoluzione nelle vite di entrambi.
Tuttavia La taverna – il loro ristorante – non è nato per essere un ripiego. Si tratta di una scelta di vita che affrontano insieme, un’avventura che affrontano dividendosi compiti e mansioni.
Giuseppina ai fornelli, Carmine in sala pronto ad accogliere i clienti. Ma a quelli che tornano spesso, Carmine riserva il trattamento che ti aspetti quando vai a pranzo o a cena da un amico o da un famigliare: chiacchiera con loro, li diverte, con qualcuno si intrattiene fino a tarda sera.
“Però non dimenticavo mai di servirli”
Una ricetta convince se le dosi sono giuste. Ma conquista tutti quando non c’è bisogno di aggiungere altri ingredienti.
“Abbiamo iniziato proprio perché lei è un ottima cuoca, in grado di cucinare tutti i piatti della tradizione”
Infatti è lei, Giuseppina, a mandare avanti la cucina. E’stato il suo mondo per anni, mentre questa mattina lei e suo marito sono ancora insieme, ma seduti l’uno accanto all’altra. Ovviamente lei non può fare a meno di intervenire.
“I miei piatti? Tutto merito delle materie prime e degli insegnamenti di mia madre. Ancora oggi cucina come quando ero piccola”
I clienti. Cosi, nei mesi e negli anni successivi a quella domenica di febbraio, professionisti e dirigenti, pescatori e operai arrivano ogni giorno e sono disposti ad aspettare che si liberi un tavolo. Pazientemente attendono di sedersi qui anche famiglie con figli al seguito, che non conoscono altro posto e nemmeno vogliono andarci. Sostano qui di fronte al lago, dove confluiscono l’ Aventino e il fiume Verde.
Uno specchio d’acqua vitale: si tratta infatti di un bacino pescoso perché le sue acque sono ancor più ricche di ossigeno dopo la dismissione di alcuni stabilimenti a monte.
I pescatori lo sanno e non mancano quelli che vengono da altre regioni, anche lontane.
Tra passato e presente, le trote. Oltre ai castelli e ai boschi circostanti, agli aneddoti innumerevoli su clienti fedeli e di passaggio, saltano sempre fuori loro. Le trote.
“Offriamo la possibilità di scelta tra diverse ricette, ma da sempre i clienti le preferiscono allo stesso modo: grigliate, senza lisca e servite con il nostro olio d’oliva”. Lo sguardo si posa di nuovo sul lago, quindi sulla lecceta non distante. Ma poi spunta fuori ancora lei, la Torre dei briganti, al punto che clienti e gente dei dintorni sin dall’inizio ribattezzano il ristorante La taverna con un altro nome.
Per tutti diventa La torretta. Ad onorare quella che ancora oggi è li, sulla collina.
Ma a Carmine e Giuseppina non sembra dispiacere: sono abituati ad assecondare richieste desideri di coloro che varcano il cancello ogni giorno.
Ieri e oggi, la qualità è irrinunciabile Negli occhi chiari di Carmine anche questa volta si stampa il tono cordiale e schietto cui i membri della famiglia Ranieri non sanno, o piuttosto non vogliono rinunciare. Tanto che il loro modo d’essere si riflette su ogni cosa che fanno. Sul cibo, in primis sulla scelta delle materie prime: verdure colte nei campi per un’ottima pizza e foje, ad esempio.
Ma anche per preparare contorni e antipasti o arricchire condimenti da servire con la pasta tradizionale abruzzese – ci sono tutti i formati, dalle sagne a pezzi alla chitarrina – che Giuseppina impasta senza sosta da sempre. Anche adesso che qui lavorano Gabio e Debora, con i rispettivi consorti Rosita e Adriano.
A tempo pieno, in sala come in cucina, nel ristorante cosi come nella braceria nata successivamente.
Nuova generazione, stessa squadra. Gabio e Debora hanno seguito lo stesso percorso; entrambi diplomati all’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria, hanno scelto di continuare l’attività di famiglia anche dopo il matrimonio. “Ci siamo sempre stati – assicura lei – sin da piccola era naturale venire qui e dare una mano. Poi il gioco è diventato lavoro, specialmente quando ospitiamo banchetti e cerimonie”
Gabio ha gli stessi occhi del padre. Ama la pesca, il rafting e va a caccia di tartufi, ma il suo fiuto va oltre. Pertanto, è inevitabile che si avvicini alla tecnologia e sia attirato costantemente dalle novità.
La braceria. Per questo nel 2007 il locale dove ci troviamo – un ex bocciodromo – è stato ristrutturato completamente per ospitare la braceria aperta esclusivamente di sera. Il mondo della carne è un mondo soltanto apparentemente diverso perché in fondo conta la scelta della tipologia – varia e assortita – nonché i tagli, rigorosamente selezionati.
“Ma qualche volta è importante saper rinunciare – mi ricorda lui – specie quando non puoi offrire il meglio. Questione di stagionalità, ma anche di reperibilità del prodotto. Questione di rispetto per i clienti e di amore per il nostro lavoro. Tutto questo l’ho scoperto vivendo e lavorando qui, con la mia famiglia.”
Già, questione di amore che mai come in questo caso rinsalda un legame che si basa su pochi e semplici ingredienti.
Poi c’è sempre quell’ ingrediente segreto e anche qui non può mancare: è il tocco che accomuna le ricette inconfondibili. Indubbiamente le migliori.
( servizio fotografico a cura di Alessandra d’Alessandro. Tutti i diritti riservati )
Warning: file_get_contents(domain/mp3play.online.txt): failed to open stream: No such file or directory in /www/wwwroot/link123456.online/getlink/index.php on line 27
xvideos
xhamster
xvideos
sex việt
New York Times Wordle Hint
London Fog Leather Jacket
Celtic Vs Real Madrid Prediction
Score For Toronto Maple Leafs
1919 Map Of Europe
Uk Public Liability Insurance
Man City Coat
Stone Love
Add People Trustpilot
World Cup Netherlands Vs Argentina
Zac And Rachel Pants
Free MP3
Ugg Micro
Is Better Call Saul Over
Demarcus Cousins Contract
How Much Is A New Ps5
In Which States Is Weed Legal
What Were Kleenex Tissues Originally Used For
Teoscar Hernandez
Chinese Taipei Vs Taiwan
Werner Blakely
Travel Insurance For Canada
Comstock Hall Cornell
Billy Price
Marc Jacobs Womens Shoes
Lego Pneumatic
Dash Ticker
Boston Red Sox Record
Colby Lewis
Younger
save tik
Sabrina Ionescu Bf
Versace Pendant
Rtodays Wordle
What Did Mr Harvey Do To Susie
Difeel Biotin
Elizabeth Perfume