
L’alba del giorno dopo. P come Perdono
Eva Kor ha più di ottant’anni e ama presentarsi dicendo che è una sopravvissuta. Lo fa anche dopo aver fissato per un attimo il pavimento del palcoscenico dell’auditorium della scuola americana dove è ospite, prima di invitare gli astanti a sedersi per condividere il palco con lei. Accadeva nei teatri ai tempi di Shakespeare, quando pubblico e attori non erano divisi da barriere e dal sipario nel momento in cui commedie e tragedie prendevano vita.

Cronaca dell’ultimo derby
Il campo da gioco non è il massimo: dopotutto è l’Appelplatz, il luogo che segna l’inizio di una giornata come tante altre, ad Auschwitz. Tutti gli altri giorni della settimana sono convulsi, giorni confusi e interminabili, ma la domenica fa eccezione. Non si lavora e si riposano anche i cani righiosi: la domenica è un giorno speciale e anche qui, alla periferia dell’inferno, si gioca una partita di calcio.

Quando il giorno divenne notte
Una volta ho provato a raccontare l’inenarrabile. Ammetto candidamente che non ho avuto pudore, nel concepire e immaginare quel personaggio apparentemente venuto fuori dal nulla. Un vecchio signore appoggiato al suo bastone che racconta la sua storia al giovane protagonista, in visita con suo padre al cimitero ebraico di Praga. Era uno dei momenti topici del mio romanzo, Il sentiero delle monete false, pubblicato ormai qualche anno fa.