About me

Il 7 dicembre 1981 un medico riprende con una cinepresa super8 la mia nascita. Lo stesso giorno, ma diciotto anni dopo, guardo per la prima volta – nonché l’ultima – quelle immagini.

Le ore e i minuti non seguono sempre lo stesso ritmo e da quel momento è iniziata la vera corsa, che ha concesso ben poche soste perché in fondo, bisogna guardare avanti…

Una laurea in lingue arriva cinque anni dopo; in seguito la folle corsa sembra rallentare perché è arrivato il tempo di lavorare e quindi di imparare.

Insegno inglese in un college privato che però solo gli altri ritengono esclusivo. L’anno successivo entro in punta di piedi in uno dei tanti uffici dell’amministrazione pubblica. Trattasi di un lavoro non destinato a durare per sempre – dati i tempi e le circostanze – e ne sono consapevole sin dal primo giorno. I miei dati e il mio cv continuano a circolare in rete: risponde un’azienda siciliana. Mesi dopo accetto la proposta di un Istituto nazionale che si occupa di sondaggi perché mi occupi di interviste face to face. Ci metto la faccia e tutto fila liscio.

Negli anni l’unica cosa che non mi abbandona è l’insegnamento, che reputo un’occasione per comunicare con giovani e meno giovani, anche se in una lingua straniera. L’importante è capirsi e ci si riesce sempre: un breve periodo lavorativo all’estero consolida questa certezza. Quell’ennesima esperienza positiva mi illude che la strada sia completamente spianata.

Quando nel 2009 incontro i potenti della terra a L’Aquila, in occasione del G8, capisco che le occasioni possono essere infinite, eppure sfuggono quando non tieni i piedi per terra.

Dopotutto mi hanno sempre insegnato che i miracoli sono roba per pochi, che i risultati arrivano solo con il duro lavoro. Anche per questo ogni giorno è buono per partorire nuove idee: alcune muoiono mentre altre resistono, si concretizzano e magari sono destinate a durare per sempre.

Nasce cosi Il sentiero delle monete false – il mio primo romanzo – e subito dopo mi propongono di scrivere una rubrica su Infrentania, quotidiano on line che viene alla luce un mese dopo.

Quell’esperienza mi ha condotto sin qui, al giorno 0 di questo blog.

La scrittura resta fonte di ragionevoli o irragionevoli dubbi: Ho scritto un capolavoro. Sinceramente, fa schifo, penso un attimo dopo. Un dilemma infinito eppure non si può smettere per questo.

Guarda fuori e troverai un’idea, questo mi ripeteva mia madre di fronte alle pagine bianche dei miei quaderni, negli anni trascorsi alle elementari. Inventare un componimento, anche solo una frase, spesso significava star seduto su una sedia per ore. Ma lei non mi permetteva di alzarmi e cosi un giorno le parole sono diventate fiumi. Non ricordo quando, ma non avevo ancora dieci anni.

Forse quei fiumi renderanno fertile ciò che prima era arido o magari è vero il contrario.

Non lo so ed è giusto cosi. Che resti un mistero, succeda quel che succeda.
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