Tag: olocausto

Nata due volte

Quando appare sullo schermo, Anka Bergman è una signora che ha più novant’anni ed è chiamata a dare la sua ultima testimonianza. Il suo racconto si alterna a quello della figlia Eva, venuta al mondo quando il mondo, nel 1945, non la voleva affatto. Perché nel 1945, al nono mese di gravidanza, Anka è sull’ennesimo vagone che la sta portando al campo di concentramento di Mauthausen. Sul fotofinish di una guerra che sembra interminabile, mette alla luce la sua bambina. Pur sentendosi sola al mondo, pur essendo ignara del suo destino.

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L’alba del giorno dopo. P come Perdono

Eva Kor ha più di ottant’anni e ama presentarsi dicendo che è una sopravvissuta. Lo fa anche dopo aver fissato per un attimo il pavimento del palcoscenico dell’auditorium della scuola americana dove è ospite, prima di invitare gli astanti a sedersi per condividere il palco con lei.  Accadeva nei teatri ai tempi di Shakespeare, quando pubblico e attori non erano divisi da barriere e dal sipario nel momento in cui commedie e tragedie  prendevano vita.

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Quando il giorno divenne notte

Una volta ho provato a raccontare l’inenarrabile. Ammetto candidamente che non ho avuto pudore, nel concepire e immaginare quel personaggio apparentemente venuto fuori dal nulla. Un vecchio signore appoggiato al suo bastone che racconta la sua storia al giovane protagonista, in visita con suo padre al cimitero ebraico di Praga. Era uno dei momenti topici del mio romanzo, Il sentiero delle monete false, pubblicato ormai qualche anno fa.

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