Cosa resta a Hillary?
Mio padre è sbigottito, me ne accorgo dalla sua voce. E’mattina presto, meglio dire che è l’alba. Mia madre gli ha appena comunicato la notizia che ha vinto Trump. Io ascolto dalla mia camera in silenzio, la notizia non mi sorprende: ero sveglio nel cuore della notte italiana, nei momenti in cui i volti e le espressioni di giornalisti, sondaggisti ed esperti di network nostrani e americani hanno furbescamente virato i pronostici favorevoli verso il tycoon. Voltando le spalle a Hillary.
Donna e madre migrante: l’american dream in bianco e nero
Vedendo i film di Chaplin o John Ford, leggendo scrittori come Faulkner o Steinbeck, ho iniziato a desiderare di conoscere l’America come non l’avevo immaginata nei miei anni d’infanzia, quando la crisi che ha colpito l’Occidente non era di certo all’orizzonte. Mi sono affidato alla letteratura ed al cinema, mi ci sono affezionato. Non era stato necessario da bambino, quando ti affidi all’istinto e sei comunque più tenace; da piccolo vuoi credere anche ai fantasmi, anche se ti fanno paura.