
Il presepe oltre le sbarre
La neve c’è, ma sembra tenace soltanto sulle vette più alte: comunque la Majella è lì, ancora selvaggia, ancora custode e madre di tutti gli abruzzesi. Ai suoi piedi c’è un punto preciso, dove ad essere aguzze sono le sbarre di un Istituto penitenziario, sentinelle anch’esse e che vegliano sui detenuti reclusi nel supercarcere di Sulmona.

Tutti pazzi per il Cnel
La signora con il piumino, li vicino ai portici di una città di provincia del Nord, ha lo sguardo terrorizzato. L’intervistatore le ha appena chiesto su cosa si andrà a votare il 4 dicembre. A differenza di qualche altro malcapitato intervistato, la signora non se la cava malissimo, ma il suo interlocutore è un giornalista professionista sin troppo competente per non saper dosare quel pizzico di malignità che serve. Al momento giusto.

All’alba sogno ancora
Prima di conoscere Christian Greco, 41 enne direttore del Museo Egizio di Torino, mi sono imbattuto in un video che, neanche a dirlo, viene dall’Africa. Dalla Namibia, paese dell’Africa australe e più profonda, che rientra tra i miei sogni proibiti di viaggiatore e aspirante vagabondo.

Cosa resta a Hillary?
Mio padre è sbigottito, me ne accorgo dalla sua voce. E’mattina presto, meglio dire che è l’alba. Mia madre gli ha appena comunicato la notizia che ha vinto Trump. Io ascolto dalla mia camera in silenzio, la notizia non mi sorprende: ero sveglio nel cuore della notte italiana, nei momenti in cui i volti e le espressioni di giornalisti, sondaggisti ed esperti di network nostrani e americani hanno furbescamente virato i pronostici favorevoli verso il tycoon. Voltando le spalle a Hillary.

L’altra metà del giorno
Volevo dare a questa storia un titolo diverso. Già, avevo pensato a Ragazzi senza luce o piuttosto a The dark side of the Sun: in merito al primo titolo, lo reputo sin troppo cupo e deprimente, ma soprattutto distante dalla verità, come ho avuto modo di capire approfondendo l’argomento che ero in procinto di trattare. Il secondo sarebbe risultato d’impatto, indubbiamente. Ma è stato già scelto per lanciare Brad Pitt in un film di trent’anni fa.

Il discorso del Re
“La casa è il luogo dove batte il nostro cuore, e non sempre può essere confinata all’interno delle frontiere nazionali”. E’una premessa, un’introduzione, ma non è mia. Assolutamente. Sono alcune delle parole che Harald professa in un giorno assolato di Settembre: c’è il sole – anche se ci troviamo nel profondo Nord – ma oggi questo particolare stupisce meno del cuore che pulsa e dà vita a frasi e parole salutari. Cosi preziose per la mente e lo spirito che paradossalmente le definiamo – e senza alcuna remora – virali.

Il campione è figlio unico
II taekwondo è l’arte marziale più praticata al mondo. Ha origini antichissime e il suo nome è legato ad eventi e figure leggendarie, come quelle mitologiche. Si narra infatti che i discepoli in epoche remote dovessero attenersi a cinque regole fondamentali imposte dal monaco Wonkang.

Favola o favela, il dilemma di Rio
C’è l’immagine che ti aspetti nei primi tre secondi di un video spot girato a Rio per le prossime Olimpiadi. L’occhio della telecamera arriva sulla cima del Corcovado e il Cristo redentore volge le spalle alle riprese. Poi la telecamera punta dritta in basso, verso i morros, le colline che “ospitano” le favelas.

Qui dove l’erba non cresce
La confessione di Philomena Lee riguardo al suo passato non è uguale a quella di tutti gli altri e non potrebbe essere diversamente. Una prima, primissima risposta istintiva – forse superficiale – mi indirizza verso il suo libro e verso l’omonimo film candidato a quattro oscar, con la superba Judi Dench.