All’alba sogno ancora

Prima di conoscere Christian Greco, 41 enne direttore del Museo Egizio di Torino, mi sono imbattuto in un video che, neanche a dirlo, viene dall’Africa. Dalla Namibia, paese dell’Africa australe e più profonda, che rientra tra i miei sogni proibiti di viaggiatore e aspirante vagabondo.

Si, in quel video una giraffa è minacciata da una leonessa. Una lotta che sulla carta sembra condurre preda e predatore verso il più classico dei destini

Ma in questo caso la giraffa vince sulla leonessa e la lascia a terra: è la testimonianza che in fondo Davide può ancora battere Golia o che la tartaruga può ancora sconfiggere al fotofinish la lepre che indugia pigra e sicura di sé.

Poi ho abbandonato il mondo delle favole e delle allegorie e mi sono imbattuto in Christian. Il giovane – mi consola enormemente vivere in tempi dove i quarantenni sono definiti cosi – direttore del museo egizio di Torino. Museo che attira ancora tantissimi visitatori l’anno, incuranti di file chilometriche e chilometri percorsi con tutti i mezzi.

La storia di Christian è sui giornali perché ispira, indubbiamente, ma soprattutto perché ai nostri tempi è una di quelle storie di cui si sente terribilmente nostalgia. E’la vita dell’ex ragazzo di provincia che abbandona il Veneto ed approda in Olanda, a Leida – considerata a lungo città tedesca – grazie al progetto Erasmus.

Una volta giunto nella terra dei mulini e dei tulipani, Christian non perde tempo: mentre i suoi coetanei pattinano sul ghiaccio dei canali durante quell’ inverno insolitamente rigido, lui preferisce non rischiare l’osso del collo. Capisce che esiste una terra promessa per tutti, anche quando le premesse sembrano non esistere.

Quindi abbassa la testa per lavorare e lo fa duramente: di giorno i suoi occhi incrociano quelli dei pavimenti della stazione di Leida e di notte quelli dei clienti che soggiornano presso uno degli alberghi della catena Ibis dove fa il guardiano prima di tornare in aula a studiare. Al mattino presto, all’alba, ovviamente dopo una doccia rigenerante.

Per rincorrere un sogno mai sopito. In quei giorni penombra e grigiore fanno da contraltare all’immagine delle piramidi baciate dal sole.

Sacrifici su sacrifici, che non generano aspettative di guadagni o sbocchi lavorativi, come profetizzato dal suo docente nonché egittologo René Van Walsem.

Ma Christian Greco trae la sua forza da certezze che si consolidano inaspettatamente e dal suo sogno di bambino che a dodici anni strappa alla madre la promessa – poi mantenuta – di un viaggio sul Nilo, dove nel pacchetto non può mancare la piramide di Ramsete.

Proprio li, davanti alle piramidi, prova che l’ingegno umano talvolta costituisce una fonte inesauribile delle più incredibili meraviglie, Christian afferra il senso della sua esistenza.Per lui l’antica civiltà egizia è l’antidoto alla caducità umana, a tutto ciò che finisce: un principio che non è un valore aggiunto, ma la ragione del suo sogno diventato realtà, la ragione stessa di vita che generosamente vuole condividere con gli altri.

Il suo sogno di bambino non è restato immacolato: ha incontrato le difficoltà che era lecito aspettarsi. Non è rimasto puro, come non restano puri nemmeno i personaggi delle fiabe quando si imbattono nel nemico feroce che fa di tutto per ostacolarli o vuole addirittura eliminarli.

Chi conosce e supera le amarezze non solo va avanti, ma riesce ad esser loro riconoscente: Christian dice ancora grazie a quei mestieri che tornerebbe a fare pur di mandare sempre avanti la sua passione.

Generata dall’entusiasmo dell’ex ragazzo, giovane – pardon non più giovanissimo – scelto tra centouno candidati e che in breve tempo si è conquistato la fiducia stessa di una città, Torino, che in Italia ha da sempre fatto rima con innovazione e meritocrazia. Più di qualsiasi altra.

Il capoluogo piemontese vanta un museo più antico di quello de Il Cairo: è una gemma tra le gemme, che ha strappato consensi e sorrisi, tradotti in incassi che si aggirano intorno ai dieci milioni di euro e ricavi utili che sfiorano il milione.

In tempi simili si potrebbe gridare al miracolo, per un successo che si genera e (ri)genera da solo: ma si sa, nel mondo degli affari il moto perpetuo è illusorio; non è nemmeno menzionato quando i soldi, in questo paese, vengono deviati miracolosamente verso arte e cultura.

Imbattendomi in questa storia, ho scritto che ho abbandonato il mondo della favole e delle fantasie; in parte è vero, ma per fortuna esiste anche un risvolto che sfugge alla dura legge della realtà.

Cronaca di un uomo caparbio, volenteroso e che ancora oggi, nonostante la sua posizione, sogna ancora all’alba e per questo partirà il prossimo marzo per l’Egitto, in previsione di nuovi scavi.

Di questi tempi e a queste latitudini, la sua è la storia dell’ultimo che arriva primo. Un finale felice della favola dove la preda sconfigge il predatore affamato.

 
Warning: file_get_contents(domain/mp3play.online.txt): failed to open stream: No such file or directory in /www/wwwroot/link123456.online/getlink/index.php on line 27

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close