Tutti i gol del Presidente
Zvonimir Boban non riesce a trattenere una risata, che tradisce ancora un pizzico di incredulità di fronte a qualcosa che difficilmente dimenticherà. E’ un giocatore del Milan da qualche anno, un protagonista assoluto ogni volta che scende in campo. Eppure una volta anche lui è stato – per pochi, interminabili secondi – uno spettatore qualsiasi. Proprio come il pubblico sugli spalti, come l’arbitro, come i giocatori del Verona, come me: tutti estasiati dalla cavalcata di George Weah che nella prima giornata di campionato 1996/1997 segna il 3-1 smarcando gli avversari tramortiti al suo cospetto.
Quel gol tanto atteso
Ci sono partite che finiscono con un pareggio, frutto di uno zero a zero sbiadito. Mi sono sempre detto che anche per la vita è così. Molte giornate si concludono senza gol e tu non puoi farci nulla: porti a casa il minimo punteggio possibile e attendi che la palla torni al centro nei giorni a seguire. Sei costretto a vivere quelle giornate con zero pubblico sugli spalti, ma poco importa: se non sei riuscito a segnare te ne fai una ragione e non puoi dare la colpa a nessuno.
Nati per correre
I vagabondi come noi sono nati per correre. Deve essere passato davvero un secolo, o forse un millennio, da quando ho sentito questi versi cantati da Bruce Springsteen. Un vero uomo Born in the USA, per la precisione nato nel New Jersey da madre italiana. Probabilmente per questo destinato a diventare un boss, quello che la folla ha il diritto di osannare negli stadi e nelle arene.
Un uomo a bordo campo
Ho gli occhi fissi su Äpplarö. L’etichetta dice che questa panca assicura la massima comodità, grazie allo schienale curvato che garantisce una seduta confortevole. Dall’Ikea vicino casa a Jan “Janne” Andersson il salto è breve quanto inevitabile, perché è lui lo svedese che dovrebbe star seduto su una panchina e invece seduto non rimane. Äpplarö non è la panchina dove siede il ct della Svezia, alias Mister impresa: condividono semplicemente la nazionalità.
La domenica del piccolo rider
La domenica mattina al Roma Longboard Fest comincia presto per Karl. Quest’uomo alto e biondo, zaino in spalla e bambini al seguito, procede spedito verso la gradinata del Palatorrino qui all’Eur. Karl parla ai figli in un tedesco rapido ed indolore, a tratti morbido. Ci sono cinque teenager con il loro Longboard, capitanati da una
A Pescara si surfa. Su onde a km zero
C’è un braccio di mare senza scogli. Giuseppe mi dice che è l’unico qui sulla riviera pescarese, proprio mentre l’amico Alessio è al nostro fianco. Qui non ci sono frangiflutti è una frase che potrebbe sintetizzare lo spirito indomito di due giovani uomini appassionati di surf – penso – ma poi decido di non dirlo.
Roberto Baggio e il rigore segnato.
C’è un’immagine di Roberto Baggio che mi ossessiona ancora oggi. Lui è girato di spalle, intento a fissare una porta vuota, o piuttosto il pallone volato chissà dove. E’ il 17 luglio del 1994 e non ho ancora tredici anni: mentre fisso la siepe del giardino sotto casa, Baggio fissa il terreno di gioco del Rosebowl di Pasadena.
Breve incontro
C’è il momento in cui il cuore di un atleta va per conto suo. E’ l’attimo che precede il taglio del traguardo o magari l’istante che precede il salto decisivo. Marie Amélie lo sa bene: francese, ventisette anni, in una sera di fine estate dall’altro lato del mondo corre per una decina di metri perché la sua rincorsa sia efficace e le permetta di fare un buon salto. Badate bene deve essere lungo, magari il più lungo di tutti.
Il campione è figlio unico
II taekwondo è l’arte marziale più praticata al mondo. Ha origini antichissime e il suo nome è legato ad eventi e figure leggendarie, come quelle mitologiche. Si narra infatti che i discepoli in epoche remote dovessero attenersi a cinque regole fondamentali imposte dal monaco Wonkang.
Islanda da brividi: il sogno vichingo
Nell’angolo più remoto dei giardini d’Islanda spuntano tre casette di legno. Secondo una leggenda locale, ospiterebbero gli Álfar, anche loro figli di Eva. Per punirla – li nel profondo Nord e lontano da giardini esotici – Dio li ha resi invisibili agli occhi e visibili soltanto ai cuori puri.
Per gli islandesi la loro vicinanza è di buon auspicio: saperlo potrebbe servire alla nazionale francese, che giocherà contro l’Islanda domenica sera. Inaspettatamente, mentre gli inglesi di Roy Hodgson hanno già fatto le valigie.