Nati per correre

I vagabondi come noi sono nati per correre. Deve essere passato davvero un secolo, o forse un millennio, da quando ho sentito questi versi cantati da Bruce Springsteen.  Un vero uomo Born in the USA, per la precisione nato nel New Jersey da madre italiana. Probabilmente per questo destinato a diventare un boss, quello che la folla ha il diritto di osannare negli stadi e nelle arene.

L’America c’entra in questa storia, ed è un’altra storia. C’entra New York, ma più di ogni cosa c’entrano i 42 km della sua maratona perché a vincerla, anche se non arriva prima al traguardo, è una lepre.

Non quella della favola che poi cede alla sua superbia. La lepre di cui sto per parlare ha uno scopo ben preciso: in atletica è il runner ingaggiato per condurre la prima parte di gara al ritmo più favorevole per il leader del proprio gruppo.

In questo modo il front runner, il favorito alla vittoria finale, ha modo di uscire allo scoperto e giocarsela, per arrivare primo al traguardo.

Lo scorso novembre l’imprenditore di Foligno Antonio Baldaccini accompagna  Leonardo Cenci, umbro come lui. La missione prefissata riesce: Cenci è un portabandiera nella lotta contro il cancro e grazie alla “sua” lepre, conclude la maratona in 4h e sei minuti, migliorando il suo tempo dell’anno precedente.

Baldaccini è la lepre che arriva dopo, ma non serve fare paragoni inutili: in quelle 4 ore e 47 minuti necessari per arrivare in fondo, lui sta pensando ad altro.

E’ alla sua terza maratona e sta pensando – forse – che correre gli fa bene, che è fonte inesauribile di endorfine, fondamentali nel sostenerlo in lunghe giornate impegnative.

Al mattino presto Baldaccini magari è una lepre, ma durante il giorno si trasforma nell’imprenditore alla guida di UmbraGroup, azienda leader nella produzione di componenti industriali ed aereonautiche.

Definirlo amministratore delegato di un’ azienda che conta mille dipendenti è corretto, ma arricchire il quadro con piccole sfumature non costa nulla. Non è questione di fatturato, ma di confini che stanno stretti.

Baldaccini non calca il palco come Springsteen, ma come lui è un capo – se volete un boss – davvero nato per correre. Ma non ama farlo da solo, come dimostra la proposta lanciata recentemente.

Duecento euro netti di bonus devoluti ai primi cinquanta dipendenti che decideranno di allenarsi. Per gareggiare, finalmente e un po’ follemente, ad una maratona. Tricolore o a stelle e strisce, poco importa.

Nella mente del giovane imprenditore che corre quarantadue chilometri c’è il desiderio di incentivare i propri dipendenti a dedicarsi allo sport. C’è la voglia di aprire i cancelli anche quando restano chiusi, proprio come accadeva ai tempi di imprenditori illuminati noti e meno noti.

Ci sono i cancelli da aprire, perché i buoni risultati generano altri buoni risultati. Competitività genera produttività, ma qui non è questione di rime bensì di buon senso.

I cancelli restano aperti anche quando si chiudono. Perché più dei programmi, dei chilometri e dei traguardi ci sono gli orizzonti.

Non sono orizzonti di gloria, semplicemente orizzonti che non finiscono mai. Questo lo sanno i vagabondi, ma lo sanno tutti gli uomini. Perché a prescindere dai singoli percorsi, tutti noi siamo nati ( anche ) per correre.
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