
Due nomi e una vita insieme. I 25 anni di Enisco
La verità di Enisco sta tutta in un piccolo angolo della loro cucina. Conosco i suoi proprietari da pochissimi minuti, ma questo non ha impedito al sottoscritto di pranzare con loro. Domenico è seduto a capotavola, sua moglie Ines si alza da tavola continuamente e si preoccupa del mio pranzo come se fossi suo figlio o suo nipote. In un attimo abbiamo abbattuto ogni formalità, in un baleno prendo confidenza con il loro passato.

Io mi ricordo. Un esame, un’estate e tanti domani.
L’sms di Claudia ce l’ho ancora stampato in testa. Mi è arrivato verso le diciannove. La mia storica compagna di classe mi chiedeva se era stata studiata una disposizione tattica dei posti. Per la cronaca, l’ho richiamata a casa soltanto due ore dopo: i nostri mezzi erano limitati, le mie risorse economiche pure, con forti ripercussioni sul credito del mio Panasonic.

L’impresa (ma soprattutto l’anima) di Levi Siver
Prima della discesa sulle montagne innevate vicino Sapporo, Giappone, vedi Levi Siver affrontare l’inevitabile salita. La natura non fa sconti nemmeno a lui, campione di windsurf americano, capace – come recita mamma Redbull che l’accompagna – di piegare il vento al suo volere. Tuttavia, anche questo può non bastare: Levi vuole dimostrare a se stesso, più che agli altri, di essere sempre il primo.

Dimmi se sarò felice
“Zio Ugo è sempre felice. Perché?”A mio nipote che non va ancora alle scuole elementari vorrei poter dire che è vero. Ovviamente, non intendo gettarlo nello sconforto negando questa sua affermazione dal principio alla fine. Per questo non intendo dargli una riposta. Voglio che ci creda e continui a vivere finché può quest’interludio della sua infanzia, dove ai giochi ed ai disegni seguiranno i primi faticosi compiti delle scuole elementari.

L’altro giovedì santo dell’uomo scalzo.
Il mio giovedì santo comincia con le parole dette da altri. Si tratta di versi cantati da un coro. Sono quindi le parole dell’Anima Christi, scritte secoli fa da un autore che resta sconosciuto, ad accogliermi all’interno della cattedrale della Madonna del Ponte.

Selfie senz’anima
Alcuni indigeni credono che le foto rubino – per davvero – l’anima di chi è ritratto in una foto. Credo che quegli stessi indigeni non facciano distinzione tra uno lo scatto e il selfie, ma in fondo non conta molto: per quanto mi riguarda, questa teoria affonda abbondantemente i piedi nel mito, nonostante non intenda snobbarla perché esistono superstizioni ben peggiori e i miti sono sempre pieni di fascino.

Storie da leggere e “prenotare”: parte il crowdfunding per Banda San’Antonio di Andrea Rapino
Ho davanti le prime due pagine di Banda San’ Antonio, il secondo romanzo di Andrea Rapino, giornalista, scrittore – già autore di Giorni Ruggenti – laurea in Storia Medievale all’Università di Bologna. Sono consapevole che con questo inizio mi sto già dando un tono, perché come tanti nella mia città e che è soprattutto la sua, l’ho sempre chiamato Cespu. Questo soprannome suona ancora bene, penso, quindi ho evitato di dilungarmi in merito assillando il mio interlocutore sulla sua origine.

La vittoria di Noelia
Lo dico subito: questa è la storia di Noelia Garella. Non mancano certamente altri protagonisti, ma a dimostrazione che le storie funzionano meglio quando ci sono i buoni e i cattivi, dico subito che qui la buona è lei. Questa giovane donna argentina di 31 anni, affetta da trisomia 21 – la nota sindrome di Down – oggi è felice. Ma all’inizio della sua giovane vita, qualcuno fece di tutto per impedirle di esserlo.

La tecnologia ti fa bella
I Depeche mode suonano Where’s the revolution. Tuonano strofe che ti raccontano come la gente li stia deludendo, perché incapace di ribellarsi nonostante i diritti abusati e i punti di vista manipolati.
Sono in una strada di campagna frentana immersa nella nebbia. Lontana dal caos e dai centri di potere: tutto tace, tutto stride con il testo ansiogeno. Eppure, I depeche restano una delle mie certezze. Li amo perché non tradiscono, anche se indirettamente rimproverano anche me. Reo di continuare a condurre la stessa vita.

Save the name
Ho trovato rifugio in un programma degli anni ottanta. Uno dei giochi che vede coinvolti i concorrenti di Help! si chiama La grande scommessa. Ciascuno deve puntare su una carta tenuta nascosta, scommettendo sul valore di quest’ultima, superiore o inferiore rispetto a quella precedente già svelata. Help! effettivamente mi aiuta, risolleva il mio animo, ma è