Categoria: Real Life

Running Wild, un libro meravigliosamente selvaggio

Markus Torgeby è un ragazzino quando alza le braccia al cielo. Sta partecipando al suo secondo campionato svedese di mezzofondo, e forse anche per questo, non riesce davvero a credere di aver vinto i 1500 m piani. Lo ricorda nel suo libro autobiografico “Running Wild”, pubblicato in Svezia nel 2015 e finito nel mio carrello due anni dopo.

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Le notti e le sfide di “Capra Coraggiosa”

C’è un segreto nella vita del trentunenne Tom Belz che non può essere svelato. C’è un episodio che però può essere raccontato e che risale a tanti anni fa. Immaginatevi come sfondo una camera d’ospedale. In piedi, in quella stanza di un nosocomio tedesco, troviamo il dottor Klaus Siegler mentre comunica a Tom, bambino di otto anni disteso su un letto, che dovrà amputargli la gamba sinistra.

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Tutti in campo con la Joya

Cr7 ha “ronaldizzato” l’amico Paulo Dybala. Lo leggo fissando una mug piena fino all’orlo di caffè nero bollente. Questo caffè trabocca come l’ego di quel fuoriclasse – penso – ma sto travisando le sue intenzioni. Infatti è proprio la mia frettolosa conclusione a rivelarsi superba, e questa convinzione è già pronta a raffreddarsi molto più rapidamente del liquido nero che ho lasciato in disparte.

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Chiamami con il mio nome

Ingrid Bergman si chiama Irene nel film che mi torna in mente. E’ una donna borghese fortunata ad avere una vita agiata nella società italiana del dopoguerra; quella dove le ferite del conflitto sanguinano ancora, dove il comunismo da un lato ammalia e dall’altro minaccia. Vive a Roma, nell’Europa del ‘51 che ha scoperto un mondo a stelle e strisce completamente diverso dal continente ancora in rovina.

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Emma nel paese ritrovato

Emma percorre a grandi passi via Casanova con i capelli raccolti da una grande treccia e con lo scialle sullo spalle. Si sente animata da una sensazione strana: più di tutto, più di qualsiasi altra cosa, sente montare dentro di lei un’incredibile scarica di adrenalina. Forse per la stessa energia a cui non sa dare nome o spiegazione, sopraggiunge un senso di vertigine che la induce a rallentare. Questo contrattempo le impedisce di assumere un’andatura troppo spregiudicata, mentre si affretta- senza sapere il perché – lungo via Casanova.

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Lo straordinario caso di un uomo comune

Dwayne Johnson lo conoscono tutti. Almeno, quelli che una volta nella vita si sono imbattuti nella sua figura possente, che giganteggia sulle locandine e sugli schermi dell’intero pianeta. Nei film che interpreta Dwayne è un eroe assoluto, uno di quelli che vince e vincerà sempre, malgrado la presenza di terroristi spietati, nonostante l’intervento di calamità o forze sovrannaturali nemiche dell’umanità. Anche per questo lo chiameremo sempre The Rock, il lottatore che tra un fishermen suplex e un body slam incantava i teatri del wrestling, prima di diventare star del cinema d’azione.

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C’era una volta…Da Caput mundi a RomAmoR

Quando si parla di Roma oggi si è indecisi se farlo sussurrando o urlando: “C’era una volta” sarebbe comunque l’incipit ideale, l’inizio perfetto. Tanto da risalire a Cesare o Augusto per vantare le meraviglie ingegneristiche che ancora oggi si possono raccontare e non spiegare. Oppure fare un balzo in avanti e rivedere Michelangelo all’opera, che sfida un Papa in difesa di una rivoluzione che sa di meraviglia. Per i più romantici – o forse le più romantiche – resta un’immagine squisitamente pop, anch’essa ancorata al passato: la fuga di Audrey Hepburn a bordo di una Vespa per le vie del centro.

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Un’onda per tutti

Tancredi non è come me: ha dodici anni, ha i capelli biondi, vive a Washington D.C. Tuttavia, la vita non smette mai di stupirti e ti invita a cogliere l’occasione per prendere esempio da chi, come lui, ha l’età che potrebbe avere mio figlio se a venticinque anni avessi deciso di metterne al mondo uno.

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La lezione di Pedro

A Malta c’è un negozio particolare. Più che il suo proprietario, il signor Dominic Anastasi parla e lavora come se fosse il custode di una fortezza che si può visitare, ma non espugnare. Dominic è il custode geloso del suo tesoro nell’isola in mezzo al Mediterraneo, dove nei fine settimana del mese di aprile centinaia di appassionati si radunano per le strade al grido – onnipresente in tutte le lingue – “ce l’ho, mi manca”.

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Dicono – e scrivono – loro

Mio nipote ha sette anni. Per quanto io tenga lui e sua sorella al centro del mio mondo, ogni tanto mi capita di osservarlo ed ascoltarlo come se fossi appena arrivato da un altro pianeta. Sono momenti fugaci, occasioni nelle quali centinaia di pensieri affollano la mia mente, pronte a consolidarsi e cristallizzarsi dando forma ad aspettative e – meglio non nasconderlo – piccole, doverose ansie su un presente in divenire.

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