E alla fine il gallo cantò

La ragazza del mercato stringe al collo due galline e cerca di convincere la sua aficionada cliente a comprarne almeno un’altra. Cerco di seguire la trattativa posando gli occhi su tutti i protagonisti di questa scena: compratore, venditore e vittima sacrificale. Compratrice e venditrice si stanno accordando, perché la prima ha sicuramente in mente di preparare una gustosa zuppa – una sopa o una canja – affinché la gallina galleggi e cuocia finalmente nel suo brodo.

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Nel giardino dei Cunha

Nel giardino dei Cunha non esistono frutti proibiti. Si possono davvero assaggiare tutte le more, le fragole e cogliere i frutti che crescono spontaneamente su alberi rigogliosi. Nel giardino dei Cunha il sapore dei frutti non tradisce ciò che è visibile agli occhi: è qualcosa di vivace che rivive nel palato. Dimenticato il colore ingannevole degli scaffali dei supermercati, riscopro per l’ennesima volta Madre Natura e la sua generosità. Elargisce tanti doni che di tanto in tanto è consentito scartare: oggi tocca semplicemente a me.

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Guardo avanti. Con Paloosca

Luigi guarda attentamente l’elicottero che ha tra le mani. Ha cinque anni e data l’età dovrebbe stancarsi subito del suo giocattolo. Tuttavia sa bene che quello è il giocattolo destinato a durare nel tempo perché non è uguale agli altri: suo padre Carlo non l’ha scovato in qualche soffitta polverosa, non lo ha comprato in un negozio perché attirato da vetrine pretenziose. Lo ha creato con le sue mani, perché da anni – ormai da sempre – usa il legno per costruire e rifinire mobili nel suo laboratorio.

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Il barbiere di strada

Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono. Figaro prosegue inarrestabile e contraddirlo è praticamente impossibile: un fiume in piena che non si arresta perché nella sua vita non sembra esserci traccia di tristezza. Non a caso dal collo del Barbiere non pende un cappio, bensì una chitarra. Canta nella caliente Siviglia ed esalta la propria vita costruita sull’esperienza, sull’astuzia e sulla leggerezza.

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La cavalcata di Alexis

C’è una casa in Via dell’armonia. E’ situata su una collina, si trova più in alto rispetto a tutte le case vicine. Come ogni mattina Alexis esce dalla sua abitazione e osserva attentamente coloro che abitano vicino a lui. Da qualche giorno c’è una calma un po’ surreale: la gente apparentemente continua la solita vita, eppure in molti hanno rallentato i ritmi e sono bloccati in una fila un po’ disordinata.

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Uomini che amano creare

Lo ammetto, il Generale Lee è una tentazione troppo forte. Ovviamente non parlo di Robert, il famoso ed eroico ufficiale sudista, ma della Dodge Charger che usavano i cugini Duke in Hazzard per azzardare acrobazie e sorpassi tuttora inimitabili. Sia chiaro: non siamo nello Stato della Georgia e quest’auto non si può guidare. Perché è un gioiellino da collezione, perché  il suo legittimo proprietario con calligrafia tanto impeccabile quanto perentoria, invita caldamente il visitatore a non toccare.

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La Cina non è vicina

Come ogni anno in occasione del solstizio d’estate a Yulin si fa festa. Questa città nel sud della Cina non è un piccolo villaggio perché conta cinque milioni di persone. I numeri nel paese più popolato al mondo sono davvero relativi e seguono due destini: passano inosservati oppure impressionano. A proposito: in occasione del solstizio d’estate a Yulin, da vent’anni, arrivano diecimila cani. Duemila saranno macellati, cucinati, mangiati in un solo giorno.

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L’ultima lezione

C’è un’altra città che si chiama Betlemme. Anzi, ve ne sono almeno altre due. Conoscevo quella più grande, quella che si trova in Pennsylvania ed è stata ribattezzata Christmas City perché durante le feste natalizie smette di essere una cittadina yankee e si trasforma in un villaggio bavarese. Non lontano, nel più piccolo e provinciale New Hampshire, c’è l’altra Bethlehem.

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Sogni di notti magiche

Mentre scrivo sul calendario è cerchiato un giorno di giugno qualsiasi. Non lo è quel pomeriggio di tanti anni fa, caldo e tranquillo, sereno perché la scuola era davvero finita anche per me, ragazzino della terza elementare. E’ il 1990 e ho orecchie piccole, che sembrano antenne perché amo il calcio e fremo nell’attesa che inizi il campionato del mondo. Italia 90 è lo spettacolo in procinto di cominciare: il sipario sullo stadio Meazza di Milano si è già alzato. Gianna Nannini punk ed Edoardo Bennato rock hanno cantato Un’estate italiana firmata dal big producer altoatesino Giorgio Moroder.

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La penna e la spada

Una volta che qualcuno riesce ad affondare la lama e il corpo del suo avversario inizia a grondare sangue, ne traiamo la conclusione che la battaglia è finita. Il nemico è battuto, non c’è più nient’altro da fare. Tuttavia soltanto le guerre combattute ad armi pari si concludono in tutta fretta: quando il sangue si mischia a ben altro, in un qualsiasi campo di battaglia, lascia un segno destinato a rimanere indelebile.

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