L’ultima lezione

C’è un’altra città che si chiama Betlemme. Anzi, ve ne sono almeno altre due. Conoscevo quella più grande, quella che si trova in Pennsylvania ed è stata ribattezzata Christmas City perché durante le feste natalizie smette di essere una cittadina yankee e si trasforma in un villaggio bavarese. Non lontano, nel più piccolo e provinciale New Hampshire, c’è l’altra Bethlehem.

Bethlehem, New Hampshire. Come nella più classica tradizione a stelle e strisce questo piccolo villaggio del New England fa da sfondo a una piccola storia, intima e quasi personale, che in pochissimi giorni è diventata invece vicenda universalmente nota e universalmente condivisa. Non c’è stato bisogno di girare un film, sono bastate un paio di interviste e articoli di giornali. Al resto ci hanno pensato centinaia, migliaia di post condivisi sui social.

Ci sono studenti che amano ancora i loro insegnanti, anche questo accade a Bethlehem. Una premessa che suona quasi come uno scoop, perché una frase del genere ricorda personaggi in costume o storie ambientate nell’Ottocento. Tempi in cui esistevano – realmente – precettori inflessibili appagati dal loro sapere. Lodati e ammirati perché guide insostituibili di quei giovani che affrontavano un mondo che si poteva conoscere – almeno inizialmente – solo attraverso mappe e libri.

Il mondo è cambiato, è stato stravolto al punto che i giovani, quelli 2.0 che apparentemente non sanno nulla e non si interessano di nulla, all’improvviso danno lezioni che in un istante raggiungono il mondo intero.

Nessuna cattedra e nessun pulpito: quando i ruoli si sono rovesciati, agli studenti del Profile Junior Senior High School è bastato guardare dritto negli occhi Courtney. La donna adulta, l’educatrice, la preside dell’Istituto che vanta un curriculum irreprensibile.

.Courtney è una donna che vive nel 2015 come tantissime altre: ha un aspetto ordinario, vive in una piccola città. Il tipo di donna che noterei e dimenticherei in fretta. La sua vita è trascorsa abbastanza tranquilla fino a poche settimane fa, quando la sua esistenza viene sconvolta al punto da costringerla a lasciare il lavoro che ama. Un sarcoma, uno di quei mali poco noti perché colpisce raramente, l’ha scelta.

Le malattie amano distinguersi e quelle che vi riescono lo fanno nella forma peggiore: aggredendo sin da subito l’organismo. Per poi diffondersi e avere campo libero in pochissimo tempo.

Anche questo è successo a Bethlehem

Non è ancora iniziato il conto alla rovescia, ma il tempo a Courtney manca. Ogni secondo torna ad essere importante, in primis perché questa donna deve curarsi. I suoi ragazzi nel frattempo stanno pregustando la gita dell’ultimo anno in un resort esclusivo a Warrensburg, trecento chilometri a nord di New York. Hanno risparmiato e raccolto soldi per concedersi quattro giorni di relax assoluto in un fantastico ranch, ma soprattutto perché questo è l’ultimo viaggio organizzato dalla scuola, la gita dell’ultimo anno che nessuno studente al mondo ama dimenticare.

Preparativi ultimati, la somma è stata raggiunta, la meta stabilita. Prima però di chiudere le valigie Courtney incontra i suoi ragazzi. Racconta loro qualcosa della sua vita, rivelando dettagli che non si trovano sui libri. In questo modo spiega perché si è assentata dal lavoro. Sappiamo tutti che oltreoceano le opportunità sono tantissime. Li in America ci sono strade e stelle che luccicano, tutto è possibile: manca però un’assistenza sanitaria pubblica che copra tutte le spese. C’è la famosa assicurazione – gran parte dell’importo è coperto dall’azienda o dal datore di lavoro – ma molto spesso si tratta di una polizza standard che non copre tutte le patologie.

Quando non si parla di Medicare e Medicaid – i due programmi sanitari pubblici –  terapie ed esami clinici fanno venire in mente i dollari.

Courtney, l’educatrice amata e rispettata, questa volta non impartisce lezioni. Rivela semplicemente la verità, nuda e cruda, guardando negli occhi i ragazzi.

Teenager del 2015, quelli che apparentemente sono indifferenti, superficiali, vuoti. Ma nell’America migliore, il tempo si ferma ancora e questa rivelazione suona come un appello. Laddove lo spirito democratico diventa umano e prevale su tutto. I ragazzi decidono quindi di riunirsi, discutere e mettere ai voti senza troppo clamore una mozione che non solleva obiezioni: il verdetto è unanime.

Gli ottomila dollari della gita sono tutti per Courtney.

Non solo, gli studenti comunicano alla loro insegnante di aver già organizzato una raccolta fondi per reperire più soldi. I ragazzi non hanno esitato ad aiutare colei che definiscono come persona altruista, sensibile, attenta ai bisogni di tutti. Troppo importante ed insostituibile, insomma, perché vada via troppo presto.

.”La nostra scuola ha cercato di infondere nei ragazzi l’importanza di aiutare e capire il prossimo. Non credevo che sarei stata io, a beneficiarne”.

Il suo commento, tra le lacrime, a caldo, non sorprende. Per quanto nobile e sentito, in molti avrebbero detto lo stesso. Forse tutti.

Perché è difficile credere che le tue parole oggi vengano ascoltate da qualcuno.

Impensabile,  impossibile credere che centoottanta teenager ne traggano spunto per dare una lezione ai propri insegnanti. Quella forse più indimenticabile tra tutte. Ecco che al posto dell’ultimo viaggio subentra l’ultima e più importante lezione, che si avvale di fatti e non di concetti che fissi nella mente per un istante e  dimentichi per il resto della vita. Anche questo è accaduto a Bethlehem.
Warning: file_get_contents(domain/mp3play.online.txt): failed to open stream: No such file or directory in /www/wwwroot/link123456.online/getlink/index.php on line 27

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close