E se Frederik fosse vegano?

Santa Claus non vola più sui tetti e sulle case in legno di Randers. Si sa, il Natale sopravvive e incanta ancora grazie alle tradizioni e Randers – come tradizione nordica comanda – ne aveva una tutta sua. Fino a pochissimi anni fa sui negozi della città danese campeggiavano foto e immagini di Babbo Natale che fumava marijuana. Un promemoria per turisti e stranieri: qui tutto è in ordine e anche se non si può fare tutto, ben poco resta all’immaginazione…

Ma negli ultimi anni anche a Randers le cose sono cambiate. I manifesti sono stati rimossi e con essi anche slogan del Santa Claus più trasgressivo mai visto.

Resiste il museo dedicato ad Elvis, un’autentica graceland in terra scandinava, cosi dice e profetizza l’annuncio su Tripadvisor.

Pusher street A dirla tutta il Santa Claus di Randers è un’ immagine che oggi non è più cosi accattivante: forse convincerebbe ancora alcuni hippies nostalgici, come i mille irriducibili che confidano nell’arrivo dell’amore universale e vivono ancora a Christiania, il quartiere della capitale Copenaghen popolato sin dagli anni sessanta da anarchici e pacifisti.

In quel piccolo regno autogestito, dove la polizia non entra, ci sono ancora le case battello mentre pusher street è ancora la via del commercio: la strada che dà da vivere ai mercanti di droghe leggere.

Ma i tempi sono cambiati, anche in quel piccolo quartiere. La Danimarca è retta da un governo di liberali, ma i numeri in politica sono fondamentali e la maggioranza non esiste: in aiuto sono arrivati però loro, gli esponenti del Df, il partito di estrema destra.

Orgogliosi dell’identità, del passato, dei propri eroi: Frank Nørgard è uno di loro e vive a Randers, la città che più di tutte, fino a qualche anno fa, voleva somigliare il più possibile a Christiania.

Frikadellekrigen, la guerra delle polpette. Il consigliere comunale Frank ha un aspetto comune. E’ brizzolato e dalle foto sembra paffuto: insomma, uno di quelli che dimenticheresti un secondo dopo averlo incontrato per strada.

Ma in realtà Frank ha una marcia in più. Oltre al suo paese e ai suoi eroi – come il cavaliere medievale e sterminatore dei tiranni Niels Ebbsen – lui ama davvero le polpette di maiale – pardon frikadeller, piatto nazionale – al punto da aver scatenato una guerra in loro difesa

La battaglia è servita. Ci sono le solite cifre e statistiche – noiose, ma necessarie – che ricordano come negli ultimi due anni il numero dei richiedenti asilo in Danimarca sia sceso bruscamente.

Il paese del welfare e dell’accoglienza, dove il futuro re Frederik ha sposato Mary Donaldson, l’australiana che porta a scuola i bimbi in bici sotto la neve, ricorda di avere le sue tradizioni, il suo passato, la sua cucina.

Il cibo è ancora un contenzioso, ma qui non si decide il vincitore di Masterchef.  Per la prima volta in assoluto, un paese europeo introduce l’obbligo di mangiare carne di maiale in scuole e asili, estendendo questo nuovo comandamento anche a chi non può farlo per motivi religiosi.

Tutti i figli del regno mangeranno le polpette di maiale. Bambini musulmani compresi. Grazie a Frank, consigliere comunale e uomo comune, il principale artefice di questa battaglia vinta all’ultimo voto.

L’ordinanza comunale.  Un solo voto di scarto, ma i sedici voti favorevoli sono stati sufficienti perché in fondo, in un paese civile e democratico, le battaglie tra due fazioni si vincono a suon di voti. Tuttavia ad essere determinanti, ancora una volta, sono i voti esterni del partito di estrema destra, perché qui, come nel resto del Paese, dal 2015 il Partito liberale al governo praticamente non ha la maggioranza e non decide.

A scegliere ci sono gli altri e l’estrema destra avanza, ma secondo il ministro dell’integrazione la situazione non è allarmante.

Lui, Il ministro, come tutti gli uomini in vista, non è consigliere comunale e non è un uomo comune. Lui parla da Copenaghen, dalla solita capitale sotto i riflettori.

Capitale di un paese che ha scelto di chiudere le frontiere, ma anche di requisire beni agli immigrati.

Requiem for the hippies. La prudenza non è mai troppa e un paese piccolo che ha subito attentati, deve essere prudente.

Controlli rigidi ed espulsioni mirate. Non me ne vogliano gli abitanti hippie di Christiania allergici ad ogni tipi di comandamento, ma oggi certe limitazioni sono necessarie.

Ma onde evitare pericolose indigestioni, le differenze vanno comunque rispettate, anche perché se ce ne privassimo, perderebbero valore quelle identità che si vogliono difendere.

Aggiungi un posto a tavola. Perdonami Frank, ma a volte potremmo risparmiarci qualche battaglia. Specialmente a tavola, luogo destinato a vizi e capricci.

Uno dei pochi luoghi o dei rari momenti che sa renderci ancora felici e uniti. A proposito di polpette di maiale, anzi frikadeller: Caro Frank, i tempi cambiano e nessuno mangia più come prima. Oltre alla frase banale, perdonami la battuta

Ma se Magnus, Frederik, o Casper, tutti bambini biondi e con gli occhi azzurri nati in terra vichinga, fossero vegani? Cosa mangerebbero alla mensa?

Guerra di polpette… e di bottoni. Non sono musulmano e amo le polpette. Dalle tue parti si chiamano frikadeller, da me, teneramente, pallotte

Potresti rispondermi con le parole di La Crique, uno dei ragazzini protagonisti del romanzo la guerra dei bottoni, che con i suoi compagni combatte continuamente contro i coetanei del paese vicino.

E dire, che quando saremo grandi, saremo stupidi come loro.

( Foto tratta da www.nbcnews,com)
Warning: file_get_contents(domain/mp3play.online.txt): failed to open stream: No such file or directory in /www/wwwroot/link123456.online/getlink/index.php on line 27

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close