Alla ricerca del lato oscuro

Maestro Yoda non ha dubbi, quando dichiara: Nebuloso il futuro di questo ragazzo è. Anakin Skywalker è un giovane che vive in tempi e luoghi inesplorati, per questo leggendari. Ma più del potere della sua forza, sconcertante è il suo tradimento: lui, cavaliere Jedi, si ribella al suo maestro Obi Wan Kenobi e lo fa con queste semplici, inconfondibili parole, dicendo: Io ti odio.

Per quelli che amano Star Wars soltanto il tradimento di Giuda al suo rabbi, maestro Gesù può reggere il confronto.

Ma Giuda non usa parole forti, è un bacio ad essere eloquente, a preannunciare paradossalmente la sua sorte e alla fine si uccide. Non irrompe nel tempio come Anakin che nel frattempo si trasforma in un potente Sith – nemico giurato degli Jedi dunque – e nel suo alter ego Darth Vader.

Nella trilogia del prequel Darth Vader irrompe nel tempio e uccide coloro che erano i suoi alleati, ma poi viene colpito da Obi, il suo maestro. Si salva per miracolo, ma da quel momento il suo corpo martoriato si cela dietro un’armatura; quella inconfondibile, unica maschera nera che lo aiuta persino a respirare.

La stessa maschera che Anton Lundin Pettersson, ventunenne, ha deciso di indossare lo scorso 22 ottobre.

Non per gioco, non per vendetta. Non certo per tradire qualcuno; al contrario, per mostrare fedeltà ai suoi ideali. Non nobili, ma deliranti: cosi brandendo una finta, eppur credibile spada laser è entrato in una scuola media a Trollhättan

Trollhättan, ovest della Svezia. In una cittadina che non raggiunge nemmeno i cinquantamila abitanti, definita uno dei peggiori esempi di integrazione per l’alta percentuale di stranieri ghettizzati, vive un giovane che giorno dopo giorno cova odio razziale contro uomini e donne di religione islamica.

Anton infatti non è come Anakin alias Darth Vader. Entra nel luogo del massacro fingendo calma, posando simpaticamente per un selfie con dei teenager divertiti che pensano ad una festa di Halloween anticipata. Ma poi, quando gli viene chiesto di togliere quella maschera, il suo lato oscuro emerge: colpisce mortalmente un insegnante.

Ha abbracciato il lato oscuro della forza entrando in diverse classi e colpendo a caso; la vittima designata ai suoi occhi non ha importanza, ha un colore e tratti somatici diversi. Dunque non merita di respirare la sua stessa aria. Ecco che ragazzi giovanissimi e figli di un’integrazione che non c’è nemmeno nel grande e cordiale Nord, cadono a terra come pedine.

Morirà anche Anton, poco dopo: quando esala il suo ultimo respiro, più del suo volto, il mondo avrà impressa l’immagine di una maschera nera.

La stessa che compare nelle diverse trilogie della saga più famosa della storia del cinema, proprio quella creata da George Lucas.

Cosi potente e iconica da essere apprezzata persino dai jihadisti dell’Isis. Coloro che demonizzano l’Occidente in tutte le sue forme e contribuiscono ad alimentare il fanatismo di tanti giovani come Anton, se le sono procurate al fine di indossarle come protezione in caso di eventuali scontri a fuoco.

Quella maschera sarebbe calzata alla perfezione, penso, ma poi devo fare un passo indietro.

Darth Vader – o Fener nella versione italiana – abbraccia il lato oscuro per tradire. O forse come dice lui stesso per obbedire. Al suo signore, o magari a un ideale che covava da quando era stato addestrato per essere lo Jedi prescelto, chiamato a difendere, anche lottando, la pace, la conoscenza e la serenità.

Invece il ribelle si rende complice di un Imperatore che ama il lato oscuro delle cose, e accetta cosi di perpetrare un massacro, noto come la grande purga Jedi.

Paradossale, eppure è accaduto in Ucraina, ex paese comunista martoriato dalle purghe staliniane e intenzionato a dimenticare quel passato attraverso un processo di “decomunistazione” assai diffuso anche in altri paesi dell’Europa dell’est.

Possibile grazie a nuove icone: Michael Jackson, Frank Zappa, Bob Marley

Goodbye Lenin. Appunto. Il titolo del film tedesco divenuto ormai un cult – onestamente nelle mie corde più della saga di George Lucas – descrive perfettamente ciò che è accaduto ad Odessa, città ucraina sul mare, seconda solo alla capitale Kiev per importanza.

Sul volto della statua di Lenin è calata la maschera nera di Darth Vader. Anakin Skywalker è arrivato anche li, in una piazza qualsiasi, grazie all’opera di un artista che ha scelto di utilizzare della resina per plasmare il volto del fondatore dell’Unione Sovietica.

Proprio l’Unione Sovietica, un paese che non esiste più e definito un tempo, da molti, impero del male.

Neanche a dirlo, Darth Vader ora è una statua e nessuno ha intenzione di rimuoverla, specialmente ora che sugli schermi di tutto il mondo sta per arrivare un nuovo episodio di Star Wars. Al cinema, un luogo, anzi un mondo ancora da esplorare e che anche quando ci terrorizza, ci affascina, ci coinvolge.

Stravolge addirittura l’esistenza di qualcuno al punto che non riesce più a distinguere il confine – talvolta davvero invisibile – tra due mondi e due dimensioni. Tra uomini veri e personaggi inventati. Tra uomini comuni ed altri che sembrano invincibili, ma non lo sono.

Addio, anzi Goodbye Lenin.
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