
Sognando i Bradford
“Pagate lo stipendio a mio figlio”. L’appello di Anna nasce per diventare una petizione. Neanche a dirlo postata sul web, una sorta di class action fai da te e homemade, in grado di raccogliere migliaia di firme in poche ore. Soltanto così Anna O. è riuscita a sensibilizzare i media con lo scopo di tutelare il figlio Gianluca. Ventitré anni, nel 2012 fu scelto come animatore in un villaggio turistico in Basilicata. Novecento euro la somma pattuita con la società che l’ha assunto. Compenso che non sarebbe stato onerato perché la società nel frattempo è fallita e Gianluca rischiava di essere uno dei tanti ragazzi assunti per essere poi sfruttati; pertanto l’appello di sua madre intende impedire che la sua causa venga dimenticata.
“Celebriamo Caleb per quello che è stato in vita, aiutateci a onorare la sua memoria”.
Anche questa madre potrebbe urlare, se volesse. Ma ci sono i post, ci sono i social e questa madre che si chiama Katie e vive oltreoceano non è una donna qualunque.
Almeno, non apparentemente. Insieme alla sua famiglia, Katie Logan è Vlogger di professione: dal 2010 i video della sua famiglia hanno conquistato il web e milioni di follower su Youtube.
In cinque anni, praticamente ogni settimana, gli utenti da tutto il mondo hanno seguito con crescente interesse le vicende di Caleb e delle sue sorelle più piccole Annie e Hayley, tanto che in agosto la Disney li ha arruolati per sponsorizzare il merchandising del prossimo episodio di Star Wars.
Da Logan a Bratayley. Hayley, l’ultima arrivata in famiglia, ha un nome che a Katie e suo marito piace davvero. Ecco perché una famiglia comune e con un nome altrettanto ordinario, che vive nel ricco e verde Maryland, si trasforma nel suo alter ego. I Logan diventano i Bratayley: apparentemente questa bella famiglia felice non avrebbe bisogno di un’identità, ma il nome funziona ed è garanzia di successo.
Non c’è più bisogno della Tv, bastano poche riprese e cellulari per diventare celebri in tempi in cui gli spettatori si chiamano followers. E i Bradley diventano brand, una company che fattura e conquista le simpatie del pubblico e delle multinazionali dello showbiz.
Sognando i Bradford: A differenza dei loro figli, nati tutti dopo il 2000, Katie e suo marito sono cresciuti indubbiamente guardando la tv. Lecito, anzi scontato supporre che si siano interessati almeno una volta alle vicende della famiglia di Tom Bradford, che ha incuriosito persino il sottoscritto a distanza di anni dalla prima puntata registrata nel 1977. Quel Tom Bradford, vedovo dalla seconda stagione e giornalista affermato, è padre di otto figli che in fondo non danno troppi problemi.
Proprio come Caleb e le sorelle, ripresi e cresciuti serenamente davanti a smartphone e telecamere.
Un setting famigliare ideale. Quale genitore non lo vorrebbe?
La vita vera sul web non è un telefilm, un misto di comedy e drama come dicono negli States: la vita vera delle persone non è classificabile in episodi. Pertanto i Logan, pardon i Bratayley, hanno scelto di indicare piuttosto il numero della settimana – al posto di improbabili puntate – sotto ogni video postato su Youtube.
In uno dei primi filmati girato anni fa Caleb mostra i trofei conquistati sul campo da baseball mentre in uno degli ultimi appare sorridente, disinvolto e consapevole.
Lui e le sue sorelle si muovono con scioltezza in ogni circostanza e riescono a tirar fuori dall’ordinario sempre qualcosa di straordinario: ecco che la caccia ad un improbabile serpente in giardino, una gita in barca e l’esperienza in uno dei tanti parchi a tema bucano effettivamente il video e suscitano empatia come i bambini prodigio del passato, ormai cresciuti e invecchiati.
Baby Jane non abita qui: A differenza del celebre thriller con Bette Davis e Joan Crawford, Caleb e le sue sorelle non hanno ragione di sgomitare per trovare il proprio spazio nel cuore dei fan.
Perché a differenza di tanti film ispirati alle rivalità tra fratelli, Mr e Mrs Logan / Bratayley sono previdenti al punto da aprire un canale personale per ognuno di loro, cosi l’interesse del pubblico negli anni fedele si moltiplica e si canalizza a seconda del membro di famiglia preferito.
Loro sono li, non litigano e non si odiano. L’idillio non svanisce quando si gira l’ultima scena. Non bisogna essere Spielberg per girare scene senza copione, la maestria di celebri direttori d’orchestra non è necessaria. Ai nostri tempi i ragazzini sono autonomi al punto che pochi mesi fa Caleb intervista e lascia basita persino Carly Fiorina, candidata repubblicana alle presidenziali del 2016 e in passato considerata tra le dieci donne più potenti del mondo.
Guai ad apparire troppo serio, non sarebbe divertente e nemmeno credibile: ecco che qualche istante dopo Caleb gioca a recitare la parte di Jack Sparrow e si finge Pirata dei Caraibi. Gioca a baseball con un improbabile George Washington e si limita a commentarne la prestazione. Divertito, evitando di andare sopra le righe: deve essere davvero un ottimo giocatore di baseball, perché non sbaglia un colpo nemmeno questa volta.
Però il 1 ottobre 2015 Caleb esce di scena. In una commedia di Hollywood regista, produttore e sceneggiatori avrebbero forse optato per un finale meno tragico.
Accade l’imprevedibile. Qualcuno penserà a Jim Carrey alias Truman che ha scelto la vita vera e nel finale di The truman Show saluta il set ed esce di scena.
Ma l’uscita di scena di Caleb è drammatica perché reale, definitiva, non lascia spazio a sogni e speranze. Inaspettatamente questo ragazzino di tredici anni, con gli occhi vivaci e ciuffo di capelli sulla fronte, muore in un ospedale qualunque, all’ improvviso.
Caleb muore in un ospedale e nessuno sa perché: cause naturali, dicono, dunque è stata disposta un’autopsia per chiarire le cause.
La morte suscita scalpore, ma quando spezza realmente l’esistenza di qualcuno, specialmente se famoso, non bisogna rimanere a bocca aperta come si farebbe con qualsiasi colpo di scena. Piuttosto andrebbe chiusa, perché il silenzio spinga a trovare poche e semplici parole.
Forse Katie le ha trovate, con parole e foto pubblicate su Instagram.
“Celebrate la vita di nostro figlio e non concentratevi sulla sua morte”.
La famiglia nei prossimi giorni non pubblicherà altri video, in accordo con la Marker studios che li rappresenta sulla piattaforma di video sharing più famosa al mondo.
Gone, but never forgotten. Settimana 248. Cambiano i tempi, cambiano le richieste. Ora che Caleb è andato via i Bratayley chiedono ai propri seguaci di condividere il loro dolore e non più i loro video. Caleb cosi non sarà mai dimenticato, come loro vogliono. Intanto Katie Bratayley sembra tornata ad essere ciò che era prima di diventare, insieme ai suoi famigliari, una famosa e ricca Youtuber.
E’ di nuovo Katie Logan, madre e moglie. Donna qualunque che deve trovare la forza e il coraggio necessari per andare avanti.
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