Dal campo ai campi: storia e sfide di Gianluca Colavitto

Durante il nostro ultimo incontro, nell’ottobre del 2014, Gianluca Colavitto non era ancora sulla panchina della Vastese. Era in casa sua, nel cuore della campagna frentana, ad aspettarmi per un servizio fotografico concordato in pochi giorni. All’inizio tentennava, poi ho teso verso di lui un pallone nuovo di zecca e gli ho chiesto di palleggiare. Il pomeriggio è volato via, e in un baleno è arrivata una giornata di fine aprile.

E’ una giornata di primavera, ma a Vasto i sostenitori della propria squadra che milita in Eccellenza non l’hanno vissuta come tutte le altre.

E’ arrivata la promozione. Anzi la favola a lieto fine – come ha ricordato Silvio Laccetti nel suo ottimo articolo su zona locale – soltanto perché i sogni non vanno abbandonati quando spunta il sole. Il terreno fertile va coltivato, ci vuole tempo, ma ci vuole soprattutto tanto lavoro. Lui, Mister Colavitto, lo sa bene.

Ecco perché…

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L’ultimo sogno di Joachim

C’è un hangar vuoto in una notte glaciale di gennaio. Si tratta di un magazzino adibito a merci, pardon di un entrepôt, visto che siamo a Dumont, villaggio francese di quindicimila anime a nord di Parigi. Joachim è li quella sera e non sta lavorando. Quell’entrepôt è il suo tetto dove può proteggersi dal freddo: ha quarantatré anni ed è un sans abri, un clochard, un barbone.

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Lo schiaffo di Jesse Owens

Storia di una ladra di libri è un bestseller dei nostri tempi.  Merito di Markus Zusak, il suo autore, ma come sempre la menzione la dedico ai suoi protagonisti. Già, la forza sta in loro, in quei giovani Liesel Meminger e Rudy Steiner che vivono in Germania, durante gli anni del nazismo e della guerra. Dove i piccoli sono considerati adulti da destinare alla Hitlersjugend, giovani figli di Hitler da formare. Infatti Liesel e Rudy sono tedeschi e proprietà del Führer: secondo gli indecenti canoni dell’epoca sono da considerare automaticamente e tecnicamente due ariani.

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La taverna sul lago

Oggi il cielo dà ragione ai pregiudizi sul mese di marzo. Ma la rincorsa tra nuvole e sole non mi distrae più di tanto. C’è la Torre di Prata che sorge su un’altura; si tratta della torre dei Briganti, un luogo storico che qui, in riva al Lago di Casoli, è diventato – non a caso – punto di riferimento famigliare. La torre per tutti è diventata La torretta:  è la cornice perfetta,  l’antipasto gustoso come uno di quelli che servono qui a La Taverna sul lago.

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I piccoli e i grandi passi di Larilù

Questa poltrona nera è comoda, penso, ma resto in piedi. Per un momento punto gli occhi all’esterno, sulla centralissima via de Crecchio che fa angolo con Via Veneto, nel cuore di Lanciano. Quella che per i passanti è la vetrina di un negozio, per qualche istante diventa la mia piccola finestra sul mondo: lo stesso che osservano i tanti clienti che da anni fanno acquisti qui, da Larilù.

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Lo streetwear in terra frentana: Marphis Clothes nasce così.

Di fronte a tante scatole che sembrano chiuse, c’è sempre una che in fondo non lo è. Uno scenario visto e rivisto in officine aziendali, negozi alla moda o in laboratori come questo. Tuttavia, il tempo passato in questi pochi metri quadri è destinato a rivelarmi ben altro: è qui, è sotto casa sua, che Francesco Marfisi ha dato vita ad un marchio nuovo, di abbigliamento casual.

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Donna e madre migrante: l’american dream in bianco e nero

Vedendo i film di Chaplin o John Ford, leggendo scrittori come Faulkner o Steinbeck, ho iniziato a desiderare di conoscere l’America come non l’avevo immaginata nei miei anni d’infanzia, quando la crisi che ha colpito l’Occidente non era di certo all’orizzonte. Mi sono affidato alla letteratura ed al cinema, mi ci sono affezionato. Non era stato necessario da bambino, quando ti affidi all’istinto e sei comunque più tenace; da piccolo vuoi credere anche ai fantasmi, anche se ti fanno paura.

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La notizia che non fa notizia

Marito e moglie escono di casa al mattino. Vanno al lavoro e lasciano la figlia nelle mani della baby sitter. E’ un fatto ordinario: la porta si chiude alle prime ore del mattino e si riapre soltanto a pomeriggio inoltrato, se non addirittura la sera.

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E se Frederik fosse vegano?

Santa Claus non vola più sui tetti e sulle case in legno di Randers. Si sa, il Natale sopravvive e incanta ancora grazie alle tradizioni e Randers – come tradizione nordica comanda – ne aveva una tutta sua. Fino a pochissimi anni fa sui negozi della città danese campeggiavano foto e immagini di Babbo Natale che fumava marijuana. Un promemoria per turisti e stranieri: qui tutto è in ordine e anche se non si può fare tutto, ben poco resta all’immaginazione…

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Il diario di Mafalda

Cuori senza frontiere è un film girato in un angolo d’Italia. E’ il 1949 ed è la stagione del neorealismo: per me sinonimo di tante cose, ma soprattutto di tempi dove è prematuro tornare a parlare di colori. C’è stata la guerra e la pace è fragile. A dimostrarlo ci sono fantasmi, ma anche i vincitori e gli sconfitti. Soprattutto quegli uomini che in un paesino del Carso – dove il film è ambientato – tracciano una linea bianca che sembra indelebile.

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