Nata due volte

C’è un paese nel mondo di cui non senti mai parlare, forse perché l’anonimato fa parte del destino. Probabilmente la colpa è anche della geografia, perché questo paese sembra stretto in una morsa tra due vicini più grandi che lo spingono verso l’Oceano Atlantico. Il mare permette a questo paese di riprendere fiato, perché una volta messo il piede a terra, devi vedertela con un dedalo di isolotti. Con quelle coste frastagliate circondate da mangrovie, mentre la Savana ti seduce con i suoi altipiani man mano procedendo verso l’interno.

Sotto il suolo di questo paese che non si nomina mai ci sono i minerali: c’è petrolio, c’è bauxite. Ma la gente di quel paese non li sfrutta a dovere, per motivi diversi. Si dedicano alla pesca e all’agricoltura – esportano un frutto noto come anacardo. In questo paese che nessuno nomina mai c’è il cielo, da dove cade spesso la pioggia, e si può intuire facilmente perché c’è una giungla che appare sterminata. Ma in quella giungla dai suoni esotici e da luci sconosciute ad alte latitudini, vige ancora la regola del più forte.

Ci sono animali feroci che hanno fame e animali più piccoli che tentano di sopravvivere ogni giorno. Qui la legge della natura domina incontrastata, ma anche di fronte alla vegetazione più fitta e segreta, l’uomo si sente in diritto e in dovere di dire la sua.

In quella giungla tentacolare una madre corre a gambe levate, perché deve raggiungere il fiume più vicino. Questa donna si chiama Nita e ha trentasette anni, ha partorito da poco e la sua bambina è la neonata che tiene stretta nel momento in cui salta su una canoa.

Me la immagino mentre raggiunge faticosamente il fiume che scorre vicino al suo villaggio in una giornata sicuramente calda, perché nel suo paese non c’è mai l’inverno.

La bambina che tiene stretta a sé non è al sicuro, perché è nata “diversa”. Sua figlia Nihmadé è infatti venuta al mondo senza una gamba

“Non merita di vivere – dicono gli uomini nel suo paese. Portate la bimba nella giungla e lasciatela lì, tanto a lei penseranno gli animali”..

Detto diversamente – e tragicamente – questo è ciò che stabilisce la “tradizione”. Questo è il tragico comandamento di un paese che ha tre religioni e infinite etnie, questo è quello che accade in quel paese che nessuno nomina mai. Eppure risponde al nome di Guinea Bissau, ex colonia portoghese schiacciata tra Senegal a nord e l’altra Guinea – quella “francese”, da cui ci tiene a distinguersi – ad est.

Paese indipendente dal governo di Lisbona dall’ormai lontano 1973, pronto tuttavia a distinguersi solo quando c’è da aggiudicarsi qualche triste primato. A sintetizzarli tutti, ci pensa quell’eloquente 176.mo posto nella classifica mondiale che consente di valutare i paesi in  base al loro indice di sviluppo umano.

In quella giungla, in quel paese che nessuno nomina mai, i bimbi nati diversi come la piccola Nhimadé sono bimbi non voluti. Ogni anomalia è uno stigma, che però non si riduce a un marchio impresso sulla pelle o ad una immaginaria e quanto mai romantica lettera scarlatta.

La disabilità fisica è una vera e propria condanna a morte che pende sul capo di bimbi come Nhimadé. Tanti altri sono – e sono stati – la regola, inghiottiti dalla giungla e dall’anonimato.

Nhimadé è l’eccezione, la sua è la storia di una  bambina che è stata messa al mondo e salvata da sua madre. Nita riesce ad affidare la figlia nelle mani sicure di una suora, una delle tante che lavora nelle missioni di un paese che pullula di missioni.

Nhimadé viene accudita, dimostra un carattere degno di sua madre. In altre parole, viene alla luce due volte.

Non può reggersi sulle sue gambe, così decide di camminare sulle mani e per nove anni va avanti caparbia. Il suo coraggio le permette di vivere a lungo ed incontrare qualcuno che le cambierà la vita.

Quel qualcuno in realtà è tutto. Lui, Matteo Rizzo, geometra siciliano e volontario dell’Associazione “amici delle Missioni” di Acireale, incrocia gli occhi della bimba che cammina sulle mani e da quel momento i loro destini restano uniti.

Prima l’operazione a Valencia grazie ai fondi raccolti dopo un concerto benefico. Poi Rosario Gagliano, direttore di un centro ortopedico di Enna, le regala quelle protesi destinate alla riabilitazione. Ora Nhimadé cammina sulle sue gambe, proprio come tutti.

Il centro siciliano non l’abbandonerà nel suo nuovo percorso, non prima della maggiore età; tuttavia per farlo Nhimadé dovrà lasciare il suo paese per curarsi. Quel paese diviso tra foresta pluviale e primi accenni del Sahara, caratterizzato da una biodiversità miracolosa date le piccole dimensioni del suo territorio, oggi è diventato un hub per i signori della droga, un rarissimo esempio di narco stato perché la droga che arriva dal Sudamerica viene trasportata a bordo di Cessna e Boeing 727 senza troppi intoppi. La droga tagliata e raffinata, taglia a sua volta perpendicolarmente il continente nero tanto da fenderne il cuore e cambiarne il colore.

Nel cuore dell’Africa diventata bianca – parafrasando Saviano – c’è questo piccolo stato dove nuove malattie – come l’Aids – si incrociano e si alleano con patologie che sembrano dimenticate.  Lo dimostrano parole dal vago sound biblico come lebbra e lebbrosari, che qui non puoi permetterti di ignorare.

Qui, nel paese che nessuno nomina mai, è venuta al mondo una piccola donna che ha sfidato la crudeltà dell’uomo, l’efferatezza degli animali, e che è sopravvissuta camminando sulle mani. A lungo, il mondo non si è accorto di lei. Ma ora che l’ha fatto, non se la dimenticherà e nulla potrà nel momento in cui tenterà di ostacolarla.  Del resto, se non ha vinto quando ha tentato di sopraffarla, non riuscirà ad impedirle di spiccare il volo.
Warning: file_get_contents(domain/mp3play.online.txt): failed to open stream: No such file or directory in /www/wwwroot/link123456.online/getlink/index.php on line 27

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close