Lumaca Italia, un brand per tutte le stagioni

Sto calpestando un terreno ricco di carbonato di calcio. Paolo e Andrea Basciano mi concedono qualche minuto per ambientarmi, prima di rivelarmelo. Ci conosciamo da poco, ma in fondo non conta: mi accolgono nel loro allevamento di lumache a ciclo biologico naturale. Siamo a Città Sant’Angelo, non lontano dal mare e nel cuore dell’Abruzzo che sa essere ancora – e spero per sempre – forte e gentile. Una regione verde e incontaminata, sfondo ideale e naturale di un’ azienda a conduzione familiare

Da un’idea nasce un’impresa, che ha un nome chiaro e immediato. Lumaca Italia non lascia spazio ad equivoci perché Paolo e Andrea allevano e vendono lumache – pardon chiocciole – nate e cresciute qui, nel nostro paese. Lo fanno da due anni; nonostante siano giovani e diversi – più nel carattere che nell’aspetto – entrambi vantano studi universitari in ambito scientifico tradotti in esperienza acquisita sul campo. Ma quando Paolo vola in Australia per lavorare in un allevamento di gamberi nel Queensland, il fratello maggiore Andrea decide che è arrivato il momento di voltare pagina.

Andrea ha una laurea in geologia: calpestando questo terreno trovo naturale che non si sia limitato soltanto a cercare la propria strada, ma anche un terreno fertile e adatto dove coltivare le proprie ambizioni.

Normale, penso, che ne abbia poi trovato uno perfetto per l’elicicoltura, poiché le lumache hanno bisogno di calcio e qui possono assimilarlo indisturbate.

Intanto Paolo decide di tornare dall’Australia o piuttosto dalla fine del mondo, dall’unico luogo dove sembra ancora possibile fare il lavoro che si desidera o che ci si aspetta – come nel caso specifico – con una laurea da ittiopatologo in tasca.

( reportage fotografico a cura di Giancarlo Bomba. Tutti i diritti riservati )

Lentezza cercasi. I fratelli Basciano cullano un sogno: quello di allontanarsi dal ritmo frenetico e soffocante del nostro presente. Tuttavia l’idea di allevare lumache non matura da un innato desiderio di recuperare il senso del tempo.

I due ragazzi sono fatti di lega robusta e lo dimostrano lanciandosi in un’avventura che nasce soltanto dopo studi meticolosi, nonché ricerche di mercato ispirate al più rigoroso Business Planning. Fortuna vuole che date le rispettive competenze entrambi siano indispensabili l’uno all’altra.

Ma niente viene per caso: un secondo dopo scopro che per le lumache vale lo stesso, seppure per ragioni profondamente diverse.

“Sono animali ermafroditi insufficienti – mi dicono – poiché hanno bisogno di un loro simile per il concepimento: due lumache si accoppiano ed entrambe depongono uova. All’incirca ottanta ciascuna”

Il sole di novembre oggi è caldo, piacevolmente estraneo al ciclo stagionale che Paolo e Andrea rispettano e valorizzano assecondandolo in ogni fase della produzione: dall’immissione di riproduttori alla raccolta, prima di procedere alla consegna e alla vendita presso privati o rivenditori specializzati.

Qui, nel loro allevamento, le lumache sono all’aria aperta, non tenute in ambienti chiusi o serre.

Non si nutrono di mangime nato in un laboratorio: qui il menu è ricco e succulento. hanno a disposizione cavolo ravizzone, bietola, trifoglio che assicura loro il fabbisogno alimentare e la dovuta protezione dal caldo durante i mesi estivi.

 

( reportage fotografico a cura di Giancarlo Bomba. Tutti i diritti riservati )

Chi va piano… Le chiocciole vivono, crescono e si riproducono come natura comanda. Il mangime dato in molti allevamenti potrebbe dare i suoi frutti anche qui, accelerando i tempi e dunque la vendita. Ma una premessa è invitante quando giunge una spiegazione soddisfacente.

“I mangimi pregiudicano aspetto, qualità e sapore: le cellule si riempiono d’acqua e la carne masticata sembra mais”. Il tono di Andrea è calmo e cordiale, come sempre. Non ho motivo di dubitare, piuttosto mi è offerta l’ennesima occasione di imparare e andare oltre l’ovvio.

La lentezza delle lumache è proverbiale, ma tra i recinti di Lumaca Italia si arricchisce di un altro aspetto. Paolo e Andrea mostrano una ferma volontà quando si tratta di rispettare i cicli naturali; tuttavia ci tengono a restare fedeli alla loro logica imprenditoriale che sin dal primo giorno è stata improntata su questo aspetto.

“Solo cosi – assicurano – possiamo rispettare i nostri clienti e i consumatori. Permettendo loro di assaporare il gusto di un prodotto sempre più ricercato e tutelato, nonostante manchi ancora il bollino blu della comunità europea”.

Una giornata particolare quella di oggi, eppure non troppo diversa da altre. Non utilizzando diserbanti l’erba va pulita a fondo e con cura, falciata quando serve. Ogni singolo giorno è importante non solo per la normale manutenzione, ma perché ogni singolo momento ed ogni stagione hanno una funzione specifica.

“Nel mese di maggio immettiamo i riproduttori: questo periodo coincide grossomodo con la fine del letargo invernale. Le uova vengono deposte e per la schiusa occorre attendere quindici giorni; dunque si va avanti ad oltranza, fino ad autunno inoltrato.

Letargo si, riposo no. Le lumache scavano in profondità con la bocca – pardon radula – all’incirca sette centimetri ogni volta che depongono le uova o scelgono di andare in letargo.

( reportage fotografico a cura di Giancarlo Bomba. Tutti i diritti riservati )

Sionimo di inverno, di riparo dai predatori che nulla possono contro i recinti o le reti in nylon a doppia balza che i titolari di Lumaca Italia hanno disposto ovunque. Ma quando la natura rallenta e piomba l’inverno, Paolo e Andrea entrano nel loro magazzino dove solitamente la lumaca subisce il lavoro di spurgatura. Avviene periodicamente e dura trenta giorni : le chiocciole a digiuno hanno così modo di ripulirsi e possono essere destinata alla vendita.

“ La consegna avviene secondo i soliti canali. Tuttavia stiamo attivando una collaborazione con Loveitaly per la consegna a domicilio in bicicletta. Un modo per rafforzare la nostra convinzione che dalla natura possiamo trarre insegnamento, lavoro, piacere. Infinite soddisfazioni”

Bontà e bellezza. All’apice dello splendore il guscio della lumaca si arricchisce della classica bordatura, sintomo che i tempi sono maturi per la raccolta e la vendita. Finalizzata ad accarezzare non solo i palati più esigenti, ma anche la pelle.

“La bava serve a questo scopo, viene prelevata e dunque utilizzata nel campo della cosmesi”.

Non si butta niente e un piccolo animale grande pochi centimetri – millenario come i dinosauri mi ricordano – può essere apprezzato solo se adeguatamente conosciuto.

Vale anche per la cucina: per questo i miei interlocutori si sono attivati per illustrare a cuochi meno esperti tutta la procedura necessaria, grazie a personale di fiducia che insegna sul posto come ottimizzare alcune pietanze, peraltro indicate in un ricettario fornito insieme al prodotto.

Andamento lento. Una costante, anche e soprattutto nella cucina che richiede il rispetto ortodosso della pulizia e dei tempi. Non si possono più raccogliere lumache per strada; un passatempo che i miei interlocutori – penso – non avevano durante gli anni di infanzia.

“Ci piaceva giocare, anche se la scienza ci ha sempre affascinato. Anche per merito di microscopi o telescopi che ci regalava nostro padre. Giochi che naturalmente entusiasmavano soprattutto lui, chimico e direttore di un pastificio.”

( reportage fotografico a cura di Giancarlo Bomba. Tutti i diritti riservati )

Il loro entusiasmo si riaccende anche dopo quest’altro aneddoto e pare non destinato a spegnersi nemmeno quando, a sole ormai tramontato, gli attrezzi sono riposti e il trattore che solca questo terreno sotto i nostri piedi rimane fermo. La luce del sole inizia a mancare e le chiocciole – piccole o grandi che siano – sono sempre più invisibili. Ma restano chiare le idee, fermi quei progetti che Paolo e Andrea non rivelano, bensì suggeriscono.

Ambizioni e orizzonti lontani che Paolo ed Andrea hanno deciso di assaporare. Sogni e aspettative che unite al lavoro nutrono quest’ azienda in ogni momento. Anche ora che siamo prossimi all’uscita e l’inverno è alle porte.

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