Categoria: Cultura

Running Wild, un libro meravigliosamente selvaggio

Markus Torgeby è un ragazzino quando alza le braccia al cielo. Sta partecipando al suo secondo campionato svedese di mezzofondo, e forse anche per questo, non riesce davvero a credere di aver vinto i 1500 m piani. Lo ricorda nel suo libro autobiografico “Running Wild”, pubblicato in Svezia nel 2015 e finito nel mio carrello due anni dopo.

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Quando un libro salva l’anima

B. è seduta nella sua mansarda e attende che arrivi uno sbuffo di calore dal radiatore, che sembra non funzionare. Forse a causa del gelo crescente di quest’inverno, stasera si è rifugiata in un silenzio più assordante del solito. E’ sufficiente un attimo, perché i miei occhi stanchi e distratti ritrovino B. accanto alla sua libreria con un volume in mano. Il calore continua a non arrivare, ma è evidente che lei non se ne cura più. Ha assunto un colore diverso in viso, gli occhi si muovono vivaci e il sangue sembra scorrere di nuovo nelle sue vene.

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Le notti e le sfide di “Capra Coraggiosa”

C’è un segreto nella vita del trentunenne Tom Belz che non può essere svelato. C’è un episodio che però può essere raccontato e che risale a tanti anni fa. Immaginatevi come sfondo una camera d’ospedale. In piedi, in quella stanza di un nosocomio tedesco, troviamo il dottor Klaus Siegler mentre comunica a Tom, bambino di otto anni disteso su un letto, che dovrà amputargli la gamba sinistra.

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Le voci dei Limmari

Virginia e Pia camminano l’una accanto all’altra. In questa foto in bianco e nero sono ritratte mentre partecipano al primo Presepe vivente di Rivisondoli, paese che in inverno si congiunge ai vicini comuni di Roccaraso e Pescocostanzo in un triangolo bianco. Creato dalla neve che cade abbondante su questo altopiano, noto ad altrettanto noti vacanzieri che affollano piste da sci battute ogni inverno.

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Chiamami con il mio nome

Ingrid Bergman si chiama Irene nel film che mi torna in mente. E’ una donna borghese fortunata ad avere una vita agiata nella società italiana del dopoguerra; quella dove le ferite del conflitto sanguinano ancora, dove il comunismo da un lato ammalia e dall’altro minaccia. Vive a Roma, nell’Europa del ‘51 che ha scoperto un mondo a stelle e strisce completamente diverso dal continente ancora in rovina.

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Emma nel paese ritrovato

Emma percorre a grandi passi via Casanova con i capelli raccolti da una grande treccia e con lo scialle sullo spalle. Si sente animata da una sensazione strana: più di tutto, più di qualsiasi altra cosa, sente montare dentro di lei un’incredibile scarica di adrenalina. Forse per la stessa energia a cui non sa dare nome o spiegazione, sopraggiunge un senso di vertigine che la induce a rallentare. Questo contrattempo le impedisce di assumere un’andatura troppo spregiudicata, mentre si affretta- senza sapere il perché – lungo via Casanova.

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Dicono – e scrivono – loro

Mio nipote ha sette anni. Per quanto io tenga lui e sua sorella al centro del mio mondo, ogni tanto mi capita di osservarlo ed ascoltarlo come se fossi appena arrivato da un altro pianeta. Sono momenti fugaci, occasioni nelle quali centinaia di pensieri affollano la mia mente, pronte a consolidarsi e cristallizzarsi dando forma ad aspettative e – meglio non nasconderlo – piccole, doverose ansie su un presente in divenire.

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Anche i dinosauri hanno un’anima

Il mio amico F. mi propone Lezioni di Sogni, film del 2011 incentrato sulla figura del Prof. Koch. Per aprire e chiudere il discorso, basterebbe specificare che Koch è stato più di un insegnante. Figura chiave nella storia dello sport, pioniere del calcio in Germania, Konrad è l’uomo vissuto tra il 1846 e il 1911 che ha insegnato il football ai suoi studenti nel prestigioso istituto Martino Katharineum di Braunschweig, Bassa Sassonia. Prima che il pallone mettesse le ali e si dirigesse in tutte le direzioni, virando anche verso Nord, planando e atterrando anche su Amburgo.

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Cara gente d’Abruzzo

Mia nonna non si fermava mai: qualsiasi cosa doveva prendere forma sotto le sue mani. Grazie ad una foto che le scattai istintivamente anni fa, posso rivederla in ogni momento sfiorare la chitarra con la sfoglia per poi riprendere il lavoro con forza e vigore. Instancabile, all season, d’inverno come d’estate. Ricordo ancora il movimento delle sue mani: amavo fissarle perché mi dimostravano quanto avesse lavorato, quanto avesse dato a chi l’aveva conosciuta.

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Meraviglie dall’isola che c’è

Piero Ciampi sosteneva che una città può diventare un’isola, capace di raccogliere il mondo intero. Questa frase tenta di riassumere una lezione domenicale appresa per caso in un programma televisivo. Ciampi era cantautore che “cantava” e amava gli ultimi, definizione che non abbraccia necessariamente i soliti invisibili, coloro che tentano di sopravvivere nelle sterminate periferie di una città da terzo mondo.

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